L’esperienza di un attacco di panico può essere catastrofica per chi la vive. Un attacco di panico è improvviso, raggiunge rapidamente l’apice ed apparentemente non vi è una causa scatenante che lo giustifichi. La persona che ne è colpita sperimenta forte paura (di morire, di impazzire, di perdere il controllo), sudorazione, aumento del battito cardiaco, confusione, istinto a fuggire, necessità di proteggersi e soprattutto un senso di disorientamento che mette in crisi il proprio equilibrio, in un modo che si percepisce come irreversibile e non risolvibile.
Una delle conseguenze pericolose di questo tipo di reazione è quello di evitare tutto ciò che assomiglia alla situazione in cui si è stati male e adottare progressivamente una strategia che porti a rinunciare ad attività quotidiane piacevoli o utili per la soddisfazione personale.
La persona presa in ostaggio dal panico ha una visione del mondo come pericoloso e un senso di sé come debole e incapace di affrontare le potenziali esperienze minacciose; focalizza e ingigantisce esperienze e scenari catastrofici immaginati, ha difficoltà a dare la giusta rilevanza alle esperienze che vanno in una direzione contraria al pericolo. Per questo attiva comportamenti che ricercano rassicurazione e di fatto finiscono per alimentare il vissuto di insicurezza e le credenze di auto-svalutazione di fronte a qualcosa di insormontabile.
OCCORRE ANDARE OLTRE IL SINTOMO:
Nonostante possa apparire come inspiegabile l’attacco di panico è in realtà un segnale di qualcosa di significativo che emerge dal profondo e che chiede, con questa modalità di allarme, di essere ascoltato. E’ un sintomo (non una malattia) ed è legato alla storia recente e passata della persona. Emerge l’impronta dell’attaccamento originario insicuro. Quando il bambino ha sperimentato per la prima volta queste sensazioni?
La psicoterapia permette di diventare consapevoli di ciò che sta accadendo; rende esplicite le emozioni tacite, non consapevoli; permette di mettere a fuoco in un ambiente sicuro le emozioni ed i ricordi che in genere vengono allontanati; promuove nella persona un cambiamento di atteggiamento.
Agisci sempre in modo da aumentare il numero di scelte.
H. Von Foerster
Bibliografia:
Bara G. a cura di. Nuovo manuale di psicoterapia cognitiva, Torino, Bollati Boringhieri, (2005).
Greenberg L. S., Paivio S. C., Lavorare con le emozioni in psicoterapia integrata. Sovera, Roma, 2000.
Guidano V.F., Liotti G. Cognitive processes and emotional disorders, Guildford press, New York, 1983.
Guidano V.F. Psicoterapia cognitiva post-razionalista. Una ricognizione dalla teoria alla clinica, Franco Angeli, Milano, 2007.