Il sonno dei bambini

Pensare che il sonno dei bambini sia simile a quello degli adulti è un’idea molto diffusa ma sbagliata. Il sonno, infatti, è un fenomeno complesso, che si evolve e si modifica durante la crescita.

Nei primi mesi di vita passiamo circa il 70-80% del tempo dormendo: si calcolano circa 15-20 ore al giorno per i neonati contro le 5-6 ore degli anziani.

I bambini dormono di più principalmente perché il sonno:

  • consolida la memoria e tutto ciò che il piccolo apprende durante il giorno;
  • stimola la secrezione dell’ormone della crescita;
  • rafforza il sistema immunitario.
  • favorisce lo sviluppo cerebrale (soprattutto il sonno nella fase REM, cioè quello più leggero);

Le credenze popolari secondo cui i bambini dovrebbero dormire tutta la notte senza svegliarsi si basano su alcuni studi condotti negli anni ’50 e ’60 su bambini alimentati artificialmente. Tuttavia è normale che i bambini, soprattutto se allattati al seno, abbiano numerosi risvegli.

I bambini non sono abituati a riaddormentarsi da soli e quindi richiamano l’adulto per essere supportati: tutto ciò è assolutamente normale, dipende dal fatto che i bambini percepiscono la lontananza della figura di attaccamento, un meccanismo presente anche nel mondo animale e che costituisce una prima difesa dei cuccioli dall’aggressione dei predatori.                             

Oltretutto il risveglio dal sonno è considerato un importante meccanismo di protezione dei bambini da episodi potenzialmente fatali di apnea associati alla sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS, da Sudden Infant Death Syndrome). Incoraggiare periodi di sonno lunghi e profondi prima che i bambini siano pronti può esporre maggiormente alcuni bambini al rischio di SIDS.

I risvegli aumentano maggiormente nelle seguenti fasi di vita:

  • Acquisizione di nuove abilità (quando ad esempio il bambino inizia a gattonare o a camminare) e scatti nello sviluppo psicomotorio
  • Sviluppo della naturale ansia da separazione (intorno ai 18-24 mesi)
  • Primi dentini
  • Inserimento al nido o all’asilo
  • Arrivo di fratellini o sorelline
  • Ripresa lavorativa della mamma
  • Tensioni familiari
  • Cambiamento di routine familiari

I disturbi del sonno possono invece insorgere generalmente solo dopo i 2 anni di vita.

Pavor Nocturnus (terrori notturni): si presentano nelle prime ore del sonno e hanno una durata che varia da uno a 15 minuti: il bimbo appare agitato, spaventato, può parlare in modo confuso, piangere, e tutto ciò può essere accompagnato da tachicardia, sudorazione, dilatazione delle pupille, aumento del tono muscolare. Il bambino tende a non ricordare l’accaduto.

Incubi: sogni paurosi o angoscianti che si presentano nelle ultime ore della notte, in corrispondenza del sonno REM. In questo caso il bambino tende a ricordare il contenuto del sogno.

Entrambi questi fenomeni sono spesso associati a fasi di vita stressanti per il bambino che richiedono un’elaborazione emotiva.

BIBLIOGRAFIA

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